Analiza językowa hymnu św. Franciszka z Asyżu "Il cantico delle creature"
Streszczenie
San Francesco d ’Assisi scrive II Cantico delle Creature alla fine della vita (verso il 1226), essendo una persona malata e cosciente della prossima morte, a cui era rassegnato. Nessun fenomeno gli fa paura e lo stesso è per la morte. Si vede ehe Francesco sia molto legato alia natura. Tutte le forze naturali gli sono vicine e le tratta come dei familiari: fratelli sono il sole, il vento, il fuoco e sorelle sono la luna, le stelle, l’acqua, la terra ed anche la morte ehe è buona come tutte le altre creature del Signore. Delle morti ne riconosce due: la prima, quella corporale, e l’altra, quella definitiva, che suggerisce il giudizio finale. Ma non ne parla apertamente. Non vuole susdtare ansia. Tutto quello che fu creato è buono e bello. È male soltanto morire nei peccati mortali. L’impressione generale è serena, piena di lodi. Francesco incoraggia a ringraziare il Signore e servirgli. Nell’analisi ho preso in considerazione i mutamenti, i quali awennero nell’italiano dell’ Umbria duecentesca rispetto al latino. Tra i nomina si hanno le parole identiche con quelle latine classiche in acccusativo, poco cambiate (senza -m finale, con monottongazione dei dittonghi, con assimilazione, con -o finale al posto di -u), gli aggettivi sostantivati, le parole nuove, alcune derivate direttamente dal latino, altre dal latino tramite i francese antico. Inoltre si osservano nuovi pronomi personali, relativi, nonché articoli, derivati dai pronomi. Dato che i casi obliqui sono unificati all’accusativo oppure, meno spesso, al nominativo, e in questa forma funzionano come casi diversi, vanno aggiunte le preposizioni. Quanto ai verba si hanno già nuove formazioni temporali, come passato prossimo e futuro semplice. U linguaggio di Francesco d’Assisi è un buon esempio di come il latino si trasformasse in italiano, cioè costituisce una fase intermedia tra le due lingue.
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